Come scegliere l'acqua per piante

Acqua per piante: quale usare e qual è la migliore

Sep 05, 2023Vincenzo Daniele Di Stazio

C’è chi non se lo è mai chiesto e chi, invece, cerca una risposta certa in merito: qual è la migliore acqua per piante ed esistono davvero delle differenze?

Quando portiamo a casa una pianta, uno dei fattori che meno si tengono in considerazione è il fatto che gli esemplari che coltiviamo in vaso o in piena terra nel giardino non sono sempre originari del luogo in cui viviamo.

Questo significa dover replicare le condizioni in cui queste piante si trovano in natura, in termini di luce, umidità, temperatura e spazio. E se su questi fattori i più esperti scelgono la pianta più idonea ad arredare la propria casa, difficilmente ci si pone domande in merito a quale acqua utilizzare per annaffiare le piante.

L’acqua è acqua, giusto? Ebbene, non proprio. In effetti, esistono diversi “tipi di acqua”, da quelli più adeguati a quelli di cui si sconsiglia spesso l’utilizzo per irrigare le nostre amiche verdi.

Si tratta di errori… mortali? In alcuni casi, sì. In linea generale, invece, stiamo solo rallentando lo sviluppo potenziale della nostra pianta o, comunque, riducendo la qualità dell’acqua che le sue radici stanno assorbendo.

Ma qual è, allora, la migliore acqua con cui annaffiare le piante? Scopriamolo in questa guida, in cui ti forniremo consigli su quale acqua utilizzare e perché.

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A cosa serve l’acqua per le piante

Apriamo questa piccola guida con una domanda che all’apparenza può sembrare banale, ma non lo è: a cosa serve l’acqua alle piante?

Molte persone sono convinte che le piante si “cibino” di acqua, cioè che questo elemento sia una sorta di sostanza nutritiva per esse. Questa convinzione non è del tutto errata, ma vanno fatte delle precisazioni.

È chiaro che una pianta che non riceve acqua andrà, man mano, ad avvizzire, afflosciarsi e, infine, morire. Ma il motivo non sta nel fatto che l’acqua rappresenta un nutrimento in sé per la pianta. Piuttosto, annaffiando le nostre piante permettiamo ai sali minerali presenti nel terreno di disciogliersi e di essere, così, assorbiti dalle radici delle piante.

Non solo, perché l’acqua è fondamentale per le piante anche per altri due motivi:

  • per la fotosintesi, in quanto le piante utilizzano l'acqua insieme alla luce solare e al biossido di carbonio per svolgere questo vitale processo;
  • per la termoregolazione, simile alla sudorazione negli animali, che comporta la perdita di acqua attraverso i pori delle foglie (stomi), cosa che aiuta a raffreddare la pianta durante giornate calde.

 

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Con quale acqua innaffiare le piante

Moltissime sono le persone che utilizzano la comune acqua del rubinetto per annaffiare le proprie piante.

Sebbene questa pratica non sia del tutto scorretta, esistono diverse controindicazioni in merito. Partiamo dal fatto che le piante, esattamente come animali ed esseri umani, sono tutte diverse tra loro e hanno esigenze e caratteristiche differenti. Ciò significa che ci saranno alcune piante che non avranno particolari problemi pur essendo annaffiate con acqua del rubinetto e altre, al contrario, per cui questa pratica può rivelarsi persino mortale.

Acqua del rubinetto per annaffiare le piante: pro e contro

Moltissime persone sono abituate ad annaffiare le piante con l’acqua del rubinetto. L’acqua del rubinetto è, infatti, facilmente accessibile e non richiede dispendio di risorse economiche.

In linea generale, comunque, bisogna dire che l’acqua di rubinetto può non rivelarsi l’acqua per piante migliore. Questo per diverse motivazioni:

  • l'acqua del rubinetto può contenere elevate quantità di sali minerali, come calcio e magnesio. Se questa acqua viene utilizzata costantemente per l'irrigazione, i sali minerali possono accumularsi nel terreno e causare un accumulo di sali, noto anche come salinità del suolo, che possono danneggiare le radici e ostacolare l'assorbimento dei nutrienti;
  • in alcune regioni, l'acqua del rubinetto potrebbe contenere impurità o contaminanti, come metalli pesanti o pesticidi, che possono essere dannosi per le piante;
  • l'acqua del rubinetto può avere un pH che varia notevolmente da una zona all'altra. Alcune piante hanno requisiti specifici di pH del terreno per crescere bene e un pH dell'acqua inappropriato potrebbe alterare anche quello del terreno, rendendolo meno adatto alle esigenze della pianta.

 

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Acqua di rubinetto per piante: alcune soluzioni contro i problemi più comuni

Come abbiamo visto, ci sono alcune controindicazioni nell’utilizzo dell’acqua del rubinetto per annaffiare le nostre piante.

Si tratta, comunque, di problemi arginabili in diversi modi. Come vedremo più avanti, una delle migliori alternative sarebbe vagliare le diverse tipologie di acqua e utilizzare quella che meglio si adatta alle esigenze della pianta.

Possiamo, però, anche pensare di arginare alcuni problemi derivanti dall’utilizzo costante di acqua di rubinetto. Per esempio, possiamo optare per l’installazione di un sistema di filtraggio che sia in grado di eliminare alcuni contaminanti che possono essere presenti nell’acqua di lavandino.

Un altro metodo, molto utilizzato, è quello di far decantare l’acqua all’aria aperta per un giorno o più prima di irrigare le piante. In questo modo, sali minerali, calcare ed eventuali residui di contaminanti si depositeranno sul fondo del contenitore, garantendo la purezza dell’acqua.

Infine, possiamo aiutarci aggiungendo materiali al terreno in cui coltiviamo le nostre piante. Per esempio, l’utilizzo della perlite nel terriccio delle piante può essere un ottimo metodo per ammorbidire l’acqua dura. Questo materiale, in effetti, agisce come un filtro, proteggendo la pianta da un’acqua troppo calcarea per le nostre piante.

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Con che acqua innaffiare le piante: le alternative

Quelli che abbiamo fornito non sono gli unici consigli da applicare se non si vuole rischiare.

Esistono, infatti, diversi “tipi di acqua” con i quali possiamo irrigare le nostre piante da appartamento o da giardino. Alcune alternative all’acqua del rubinetto più comuni sono:

  • acqua piovana: è un’acqua per piante perfetta perché pura e anche completamente gratis. L’altro lato della medaglia, però, è che le precipitazioni non possono essere programmate, per cui potrebbe diventare difficile avere una scorta sempre pronta. Inoltre, sarebbe sempre bene raccogliere l’acqua circa 20 minuti dopo che è cominciato a piovere, per evitare di utilizzare per le nostre piante acqua contaminata dallo smog e dall’inquinamento dell’atmosfera;
  • acqua demineralizzata: è un tipo di acqua che è stata privata dei suoi minerali e ioni attraverso processi di demineralizzazione o deionizzazione. Questo processo comporta la rimozione di ioni minerali come calcio, magnesio, sodio, potassio e altri ioni presenti nell'acqua, il che la rende un’acqua perfetta per annaffiare le piante;
  • acqua del condizionatore: anche l’acqua del condizionatore può essere utilizzata per annaffiare le piante, priva di calcare o altri contaminanti spesso presenti nell’acqua del rubinetto;
  • acqua complessata: l’acqua complessata in gel può essere ottimale per chi non ha tempo di annaffiare le piante o teme di dimenticarsene. Inoltre, l’acqua complessata è uno dei più efficienti metodi per annaffiare le piante quando si va in vacanza. L’acqua viene, infatti, rilasciata gradualmente, agendo da scorta d’acqua per le piante.
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Acqua per innaffiare le piante: quale scegliere e in base a quali fattori

Un tipo d’acqua non vale l’altro allo stesso modo in cui una pianta non vale l’altra.

Come abbiamo già detto, la necessità di utilizzare altri tipi d’acqua, come la piovana o la demineralizzata, al posto di quella del rubinetto dipende anche molto dalla pianta che si ha in casa o in giardino.

Ci sono diverse piante che non manifesteranno grandi problemi nemmeno quando annaffiate regolarmente con l’acqua del rubinetto. Anche in questi casi, comunque, varrà la pena seguire quelle piccole attenzioni che abbiamo illustrato precedentemente per evitare che residui di calcare o altri contaminanti possano impedire alle radici di assorbire i nutrienti.

In altri casi, però, l’utilizzo dell’acqua del rubinetto è totalmente da evitare, dal momento che può portare a morte certa la pianta.

È il caso, per esempio, delle piante carnivore. Questi begli esemplari ai quali ormai moltissime persone si sono affezionate, coltivandole in case e su balconi, richiedono diverse attenzioni, una delle quali è proprio la saggia scelta dell’acqua.

In particolare, per le piante carnivore è completamente sconsigliato utilizzare acqua del rubinetto. Questa andrà sostituita con:

  • acqua piovana;
  • acqua demineralizzata;
  • acqua da osmosi inversa.

Le piante carnivore, comunque, non sono le uniche piante che necessitano di essere irrigate con acqua pura rispetto a quella del rubinetto. Come abbiamo visto, quest’ultima spesso rischia di alterare il pH del terreno ed è proprio per questo motivo che non è affatto consigliata per le piante acidofile.

Parliamo di piante come camelie, azalee, ortensie, gigli, calle, bouganville, magnolie, rododendri e molte altre.

L’acqua calcarea (del rubinetto) rischia di innalzare il pH del terreno, andando, di conseguenza, a danneggiare la pianta e a creare un ambiente inospitale per lei.

È questo uno dei motivi più comuni per cui le foglie cominciano a ingiallire: le sostanze nutritive non arrivano più correttamente alla pianta a causa del calcare contenuto nell’acqua, generando carenze nutrizionali.

 

 

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